Dinner Club è il nuovo programma di intrattenimento culinario/docu-serie in onda su PrimeVideo, a trazione Cracco. Sei puntate, tante quante sono gli attori famosi ospiti di questa irriverente e divertentissima tavolata (che, a me ha fatto un po’ pensare a LoL con la differenza che qui il gruppo di commensali può ridere alle battute (se e quando le capiscono, ovviamente, tipo la Ferilli ride perché vede gli altri secondo me)). La Ferilli, già; (ahimè) anche lei è seduta al tavolo (risulta attrice), insieme a (li elenco in ordine di gradimento, con Sabrina Ferilli ultimo posto): Valerio Mastrandrea, Pierfrancesco Favino; Diego Abatantuono, Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto. A capo tavola, neanche a dirlo, Carletto (che, secondo me, in questo format, fa la sua porca figura nel senso che vengono fuori aspetti del suo carattere che non siamo abituati a vedere abitualmente: riesce nell’impresa di risultare finanche simpatico, pensate un po’!). Poche puntate e pochi ingredienti: a turno, ogni attore, gira l’Italia in compagnia dello chef stellato (a bordo dei più impensabili mezzi di trasporto, inclusa una zip line ahahah) alla ricerca di nuovi sapori, tra risate, scoperte e degustazione dei piatti tipici italiani e, alla fine, preparerà una cena per il gruppo. Sei cene, in totale, in cui il cibo italiano sarà il vero protagonista.
Per quel che mi riguarda, Dinner Club è promosso a pieni voti! È elegante, coinvolgente, travolgente, radical chic, audace, avventuroso, educativo e poi ha una fotografia magnifica; è talmente bello e ben confezionato da essere un mix di varie tipologie di programmi tra cui quelli che ti permettono di viaggiare stando comodamente seduti sulla poltrona di casa (si vedono dei panorami e posti mozzafiato, specie in Sardegna). È un programma corale, in cui tutti contribuiscono alla realizzazione del prodotto, che dà l’idea di intimità.
Insomma, le cene somigliano realmente alle cene che si organizzano tra amici, dove ci potrebbe essere anche l’amica “scema” e qui veniamo alle note dolenti. Note dolenti che hanno un nome e un cognome: Luciana Littizzetto e Sabrina Ferilli, uniche donne del gruppo e uniche che mi hanno delusa. Lucianina perché la facevo molto più divertente e ironica, la Ferilli perché … beh, ora vi spiego perché mi ha negativamente impressionato.
Premessa: non seguo la Ferilli. Di lei ricordo solo la sfilata per lo scudetto della Roma, secoli fa. Che sia una bella è innegabile. Ma non balla. Ha cercato di giocarsi la carta della femme fatale (fallendo miseramente, poiché al tavolo ci sono persone di un certo spessore e rilievo artistico) e ha finito col fare la figura della rozza, burina ignorante (ha chiamato Morrison “Jimmy” cioè, ma de che parlamo raga) elegante quanto uno scaricatore di porto che rutta (i suoi interventi si possono riassumere così: “cazzo, cazzo, cazzo, e ancora cazzo” e se pensate che io stia esagerando sbagliate di grosso); è fuori luogo, fuori tempo, lenta, ti tocca mentre ti parla, insomma: una panterona sfiorita e imbarazzante che non ha nulla da dire.
Per me, lei ha rappresentato l’unico elemento di disturbo, ma voi vedetelo il programma perché, a parte lei, merita davvero.